Esiste la certificazione di project management giusta per il project manager giusto? Orientarsi tra le certificazioni di project management

Le certificazioni di project management (come abbiamo visto anche negli articoli precedenti) sono numerose e differiscono tra loro per molteplici aspetti (tipo di approccio, framework metodologico, requisiti di accesso, ecc.).
Quando si deve decidere quale certificazione conseguire, è inevitabile quindi domandarsi quale sia la migliore. Ovviamente, non esistono certificazioni migliori o peggiori in assoluto: esistono però certificazioni di project management giuste per il PM giusto! Con questo intendiamo dire che è possibile individuare la certificazione migliore, in base alle proprie esigenze, finalità e contesti professionali.
Per facilitare questa analisi vi proponiamo una serie di indicatori utili a delineare una sintetica “guida alla scelta” tra le certificazioni di project management.
Seguendo la valutazione comparativa elaborata da GAPPS-Global Alliance for Project Performance Standard, illustriamo di seguito quali elementi prendere in considerazione per orientarsi tra i diversi standard per individuare quello tendenzialmente più congeniale alle specifiche esigenze di ognuno.
Per iniziare, possiamo raggruppare i criteri guida in 3 macro-categorie, contenenti a loro volta dei sotto-indicatori specifici. Le macro-categorie utili ai nostri fini sono:
1) le caratteristiche del contesto;
2) le caratteristiche del progetto;
3) le caratteristiche personali.
1) Categoria: Caratteristiche di contesto
La scelta della certificazione da conseguire viene certamente orientata dalle caratteristiche che connotano maggiormente il contesto in cui si opera. In questo senso, gli indicatori da prendere in considerazione si possono distinguere in:
a) Contesto organizzativo/settore.
Il tipo di certificazione scelta può essere più o meno “spendibile” (o anche richiesta) a seconda del contesto organizzativo di riferimento. Nella Pubblica Amministrazione, si tende a prediligere, ad esempio, l’applicazione del metodo PRINCE2®. Invece, le aziende private diversificano l’utilizzo delle certificazioni a seconda del settore di business e/o in base alla tipologia di progetti che, di volta in volta, si trovano a dover gestire. Non spicca dunque, come per la Pubblica Amministrazione, una credenziale “favorita”. In caso di aziende giovani o in corso di avviamento (Start-up) si sono invece rivelati particolarmente funzionali sia lo standard PRINCE2®, che i vari approcci Agile Project Management.
b) Cultura organizzativa.
Il tipo di cultura organizzativa che permea i diversi ambienti professionali si pone come ulteriore criterio rilevante ai fini della scelta della certificazione più idonea. Operare in contesti connotati da una struttura organizzativa rigida con precise e rigide suddivisioni di ruoli, funzioni, meccanismi decisionali e di delega, nonché connotati da una certa stabilità/continuità del rapporto cliente/fornitore è certamente facilitato dall’utilizzo di un metodo come PRINCE2®. L’approccio PMI, proprio per la vastità di tecniche e strumenti, ha invece una maggiore utilità in contesti progettuali complessi, caratterizzati da durata, budget e risorse altrettanto significativi. Ancora, un approccio di tipo Agile si integra perfettamente negli ambienti in cui la cultura organizzativa e l’ambiente cliente/fornitore presentino una minor stabilità e rigidità.
c) Aree geografiche in cui si gestiscono i progetti.
Sebbene in Italia si registri una diffusione e un utilizzo pressoché omogeneo di tutte le diverse certificazioni di project management, in alcune circostanze anche l’area geografica in cui si opera diviene un utile driver per la scelta della credenziale da conseguire. Chi opera in Gran Bretagna, o ha partner prevalentemente inglesi, dovrà tener conto che in UK la scelta ricade sulla certificazione PRINCE2®, qualifica professionale richiesta per accedere a gare e appalti pubblici. Lo standard PMI-PMP® si addice invece maggiormente a coloro che si trovano a dover gestire progetti a carattere internazionale e in cui siano coinvolte organizzazioni statunitensi.
2) Categoria: Caratteristiche del progetto
Veniamo ora alla seconda macro-categoria in cui sono raccolti gli indicatori, che guidano nella scelta tra le certificazioni di project management in base alle caratteristiche prevalenti dei progetti di cui ci si occupa o che si intende gestire in futuro.
a) Natura del progetto
Il primo aspetto su cui riflettere riguarda la natura dei progetti con cui ci si deve confrontare, puntando l’attenzione sul tipo di risultato che questi prevalentemente sono chiamati a conseguire. La distinzione fondamentale in tal senso riguarda progetti che realizzano prodotti e progetti incentrati sulla realizzazione di servizi. Un metodo come PRINCE2®, fortemente focalizzato sul prodotto, si rivela particolarmente efficace quando ci si confronta con progetti che prevedono il rilascio di prodotti specifici, concreti e misurabili. Viceversa, approcci quali PMI e IPMA risultano maggiormente idonei nei casi in cui si operi con progetti incentrati sull’abilitazione e l’erogazione di servizi.
b) Ciclo di vita del progetto.
Strettamente connesso all’indicatore precedente, è quello relativo al ciclo di vita di un progetto. In tal senso, lo standard più flessibile appare l’IPMA, che si adatta facilmente a progetti con cicli di vita di differente tipologia; l’approccio americano del PMI® risulta invece più efficace per cicli di vita a cascata, cosiddetti “waterfall”. Chi si confronta con progetti organizzati per fasi di tipo “stage and gate”, caratterizzati da rilasci successivi progressivamente autorizzati, troverà senza dubbio più efficiente l’applicazione di PRINCE2®. Questa caratteristica del modello britannico risulta ancora più marcata negli approcci di agile project management, ove il ciclo di vita del progetto è definito in modo incrementale, in base alla prioritizzazione dei requisiti di implementazione, negoziata in termini di ambito e di volta in volta (per cosiddetti “sprint” o “timebox”) con il cliente.
3) Categoria: Caratteristiche personali
Le peculiarità di ogni individuo rappresentano la terza ed ultima macro-categoria di indicatori da tenere in considerazione per scegliere la credenziale da conseguire.
a) Predisposizione personale.
Un primo indicatore da non sottovalutare è infatti rappresentato dalla predisposizione personale. Chi preferisce cimentarsi con approcci strutturati, immediatamente applicabili e pragmatici si potrà certamente orientare verso lo standard PRINCE2®. Chi necessita di una visione più “sistematica” e, allo stesso tempo, connotata da elevati livelli di approfondimento disciplinari, apprezzerà maggiormente la certificazione PMI-PMP®. Ancora, coloro che prediligono approcci di studio meno incentrati su processi logici e deduttivi e framework altamente strutturati, potrà orientarsi sulla credenziali IPMA che, ponendo fortemente l’accento anche su competenze soft e trasversali, valorizzano molto le leve umanistiche. Infine, coloro che hanno già acquisito significative esperienze e competenze nell’ambito della gestione dei progetti e apprezzano la sfida, il lavoro in team autonomamente organizzato, la negoziazione costante con il cliente e non si lasciano intimidire dalle continue richieste di cambiamento al progetto, apprezzeranno particolarmente i modelli agili (PRINCE2 Agile® e PMI-ACP®).
b) Risorse personali.
Nella scelta di un qualsiasi percorso di studio occorre, infine, confrontarsi con le risorse effettivamente disponibili. Tra queste, vanno considerate l’effort da dedicare allo studio e il budget. Per quanto riguarda quest’ultimo, le diverse certificazioni hanno chiaramente costi differenti, che comprendono non solo quelli relativi al corso, ma anche quelli connessi al conseguimento dell’esame e alla “manutenzione” nel tempo della certificazione acquisita: pertanto, bisogna saper bilanciare – da bravi project manager – l’investimento economico rispetto al ritorno di carriera, di prospettiva professionale e di spendibilità organizzativa. Anche l’impegno richiesto dalle varie credenziali varia notevolmente, essendo anche mediato dai ritmi di apprendimento di ciascuno. In ogni caso, è possibile tenere presente per ciascuna certificazione la seguente stima indicativa, che comprende sia le ore da dedicare allo studio individuale, sia quelle di frequenza di un eventuale corso di preparazione:
• ISIPM-base®: circa 40 ore
• PRINCE2® Foundation: circa 22 ore
• PRINCE2® Practitioner: circa 20 ore.
• PMI-CAPM®, PMI-PMP® e IPMA (per i primi 3 livelli): circa 200 ore.
Grazie ai fattori elencati, ci auguriamo di avervi offerto utili spunti di riflessione dai quali partire per facilitare una scelta consapevole e ponderata circa la credenziale più adatta ai propri fabbisogni personali, professionali e organizzativi.
Fonte di riferimento: GAPPS (Global Alliance for Projects Performance Standard)
PMI-ACP® is a registered mark of the Project Management Institute, Inc.
PMI-PMP® is a registered mark of the Project Management Institute, Inc.
PRINCE2® is a registered trade mark of AXELOS Limited
PRINCE2 Agile® is a registered trade mark of AXELOS Limited