Ad ascoltare si impara… pillola di comunicazione efficace

Sappiamo ascoltare? Certamente … Lo facciamo quotidianamente ma, ai fini di una comunicazione efficace, il saper ascoltare va oltre il semplice utilizzo del nostro udito… la capacità di ascoltare l’altro infatti deve fare i conti con numerosi filtri che ostacolano la possibilità di disporsi realmente all’ascolto. Tra questi filtri rientrano resistenze di ordine cognitivo, come interessi, priorità, pregiudizi, valori, e anche resistenze inconsce, rappresentate da ricordi, emozioni, stati energetici.
Saper ascoltare è dunque una capacità, un’arte, da sviluppare nel tempo perché richiede impegno nel:
- Prestare attenzione all’altro. Il che equivale a dover metter da parte il proprio sentire, i propri pensieri, le proprie preoccupazioni, per “dedicarsi” completamente a ciò che comunica il nostro interlocutore.
- Ascoltare qualcuno diverso da noi. Occorre forzare la nostra mente a registrare, accettare e poi accogliere ciò che è diverso e distante dal nostro modo di leggere la realtà, sapendo che normalmente tendiamo a non registrare comunicazioni che possono “falsificare” le nostre teorie, idee e convinzioni.
- Comprendere un punto di vista alternativo, prendendo seriamente in considerazione il punto di vista dell’altro.
- Essere disposti a scoprire che non siamo nel “vero” e ad ammettere a noi stessi la possibilità che un’opinione, per quanto diversa da ciò che noi riteniamo giusto, possa essere egualmente legittima, valida.
Quali tecniche per migliorare la nostra capacità d’ascolto?
L’ascolto reattivo è così definito perché si avvale di modalità verbali che vengono utilizzate per la restituzione all’interlocutore di feedback pianificati. Prevede l’utilizzo di domande aperte, “vieta” le domande dicotomiche e retoriche (“giusto o no?”, “condividi, vero?”), richiede di invitare l’interlocutore ad approfondire il proprio punto di vista (“fammi capire meglio…”) e a riformulare il suo pensiero attraverso una nostra perifrasi (“se ho ben compreso, mi stai dicendo che…”).
L’ascolto empatico attivo ricorre eminentemente al canale non verbale e prevede di concentrare la propria mimica, pantomimica e prossemica verso l’altro, mantenendo un vigile e costante contatto visivo, facendo attenzione a non interrompere la comunicazione dell’altro e focalizzando il proprio sé (corpo compreso) sul suo mondo, senza distrazioni…
Per approfondire il tema dell’ascolto e per conoscere meglio queste tecniche, è disponibile il video del nostro Webinar: